“L’educatore che privilegia l’aspetto espressivo dei bambini è certamente un adulto interessato alla loro crescita emozionale…” (R.Santilli)
LE MANI DEI BAMBINI CHE GIOCANO: MANI CHE PARLANO
Le varie forme di attività ludiche, specie se praticate in piccoli gruppi, garantiscono una rilassata concentrazione per ogni singolo bambino e la possibilità, da parte dell’educatore che li segue, di approfondire direttamente i temi dell’osservazione che riguardano il comportamento e le varie forme di apprendimento in modo da sostenerne e valorizzarne i significati valutando i propositi del Progetto educativo.
E’ attraverso le attività di esplorazione e sperimentazione che il bambino può elaborare la realtà e il proprio essere nel mondo. Certe attività in cui predomina la scoperta e la curiosità possono imprimere nel bambino l’impronta di una vera esperienza che lo incoraggia a crearsi quelle condizioni di apprendimento i cui principi di base possono aiutarlo a risolvere piccoli e grandi problemi. Nella sua libera curiosità, incoraggiato nell’esplorazione, il bambino potrà utilizzare oggetti o materiale amorfo come la sabbia, la plastilina o anche l’acqua, per verificarne la consistenza, confrontare le reciprocità e scoprire che non possiedono una forma propria ma che possono assumerle tutte attraverso la manipolazione o nei differenti contenitori, e anche mischiarle insieme creando sempre nuove soluzioni.
La sensazione di piacere che il bambino prova giocando va sostenuta affinché il piacere continui anche dopo. Le mani dei bambini si rendono ogni giorno più sensibili alle cose del mondo trasmettendo i loro messaggi a tutto il sistema psico-somatico che affinandosi compirà operazioni sensoriali, simboliche e cognitive sempre più complesse e cariche di significati.
Fare esperienza dei vari materiali, manipolare sostanze, pasticciare, impastare e formare cose, sono operazioni che promuovono il riconoscimento di ciò che è reale in tutte le differenze. L’esperienza del piacere è data soprattutto dalla sensazione che con l’azione delle loro stesse mani possono modificare la sostanza del mondo a loro piacere seguendo schemi invisibili che, facendo parte della loro intima natura, li rassicurano nel penetrare il segreto della materia padroneggiandola e sentendosi così incoraggiati e fiduciosi in se stessi e nella vita.
Anche il bambino che impugna una matita, un pennarello o un pennello comincia a costruire un cosmo immaginifico e prova piacere nella sua esplorazione, costellando elementi psichici che sottintendono a un’identità inconscia tra il ‘dentro’ e il ‘fuori’ di cui l’immagine prodotta è mediatrice a anima. Una magia ‘simpatica’ è all’opera dando vita al contenuto interiore attraverso un linguaggio che è prossimo al sogno, mettendo in libertà tendenze individuali improduttive che non pongono limiti alla realtà.
L’universo del bambino che anima la materia inerte fa leva su questi ‘motivi interiori’ che esistono autonomamente come processi inconsci oggettivi. Si tratta di una continua rielaborazione di tendenze istintive che si sviluppano secondo leggi proprie da quella disposizione poetica che viene definita come “fantasia creativa”.
L’educatore che privilegia questi aspetti espressivi del bambino è certamente un educatore interessato alla sua crescita emozionale, libero dal desiderio di “insegnare”. Quando lo sfondo emozionale del bambino è sufficientemente sostenuto e incoraggiato da un adulto competente, si crea un’influenza energetica che amplifica il “pensare per immagini”.