Il Progetto culturale “CAMELOT” vuole essere un luogo di incontro tra linguaggi tradizionali e linguaggi innovativi, un luogo di immaginazione e scambio, un luogo di “circolazione di idee” e di curiosità, di diffusione di messaggi culturali e spirito di autenticità, una Tavola Rotonda intorno alla quale ritrovarsi per contrastare l’omologazione e il pensiero unico dando voce a tante situazioni permettendo a tanti di esprimersi, arricchendo se stessi e la propria conoscenza così da leggere meglio ciò che accade intorno a noi.

Attraverso le sue iniziative l’Associazione vuole promuovere così un pellegrinaggio nelle terre dell’arte e dello spirito seguendo metaforicamente quel pellegrinaggio culturale e spirituale che nel viterbese ritroviamo anche con l’antica eredità della Via Francigena, lungo il tracciato della quale si sono sviluppati incontri tra culture e scambi di esperienze che nel corso dei secoli ha dato luogo al concetto stesso di Europa. Nel 1994 la Via Francigena ha ottenuto dal Consiglio d’Europa la nomina di Itinerario culturale e il 2019 è stato proclamato Anno nazionale del Turismo Lento (D.G.R. 771 del 14-12-16), la riscoperta della tipicità dei luoghi e di ciò che hanno da offrire come filosofia del vivere applicata al viaggio e al coinvolgimento. Nella Direttiva del Ministero dei Beni e delle attività culturali e del Turismo, in collaborazione col mondo dell’associazionismo, si parla di aspetti che furono propri della concezione del Romanticismo europeo e del Trascendentalismo americano del XIX secolo, nonché di aspetti del movimento della Beat Generation come eredità culturali il cui patrimonio rientra nei diritti degli individui attraverso la loro libera partecipazione alla vita culturale della comunità e il godimento delle arti nella loro evoluzione, desiderando sostenerne i valori e gli aspetti specifici da trasmettere alle generazioni future. La stessa Direttiva prevede infatti la “realizzazione e implementazione di studi, progetti e modelli organizzativi in grado di contribuire alla valorizzazione dei cammini e alla loro funzione culturale e turistica…”, individuando quei Comuni capaci di distinguersi per l’attenzione rivolta al turismo lento e sostenibile, la metafora del quale si fa itinerario interiore, rigeneratore naturale e culturale, un ritorno verso la fonte originaria degli avvenimenti che ci inducono a riconquistare il nostro essere umani.

IL PROGETTO

LA PREMESSA (Analisi del contesto)

Da un’indagine svolta sul territorio si rende evidente che uno specifico turismo laziale, in particolare quello del territorio viterbese e quello del territorio romano, trovi particolarmente interessante e piacevole avere occasioni per frequentare il paese di Blera. Tali occasioni però non si presentano molto spesso spontaneamente, ma hanno bisogno di essere stimolate da motivi ludico-culturali. Si vuole cioè asserire che tale genere di turista trovi piacevole frequentare Blera quanto più quando ve ne sia un motivo di interesse, culturale o di svago.

Da alcuni anni la manifestazione “Blera Rock” ha catalizzato, oltre la popolazione residente, un non indifferente numero di visitatori durante il solo mese di Agosto senza però avere ulteriori riferimenti sull’argomento che andrebbe invece approfondito, divulgato e “commercializzato” anche in altri momenti dell’anno .

Il progetto che qui si presenta vuole coniugare svariati interessi sul tema sia in termini di cultura che di svago attraverso eventi che mirino a coinvolgere sia il turista fisso che quello occasionale.

Tale coinvolgimento riguarda soprattutto due aspetti: il primo è realizzabile mediante lo sviluppo di temi culturali specifici espletati attraverso tecniche di comunicazione di tipo documentaristico dal vivo e multimediali; il secondo riguarda il coinvolgimento in prima persona mediante il sentirsi protagonisti attivi nel presentare le proprie forme espressive che vanno dalla musica alla pittura e dalla poesia alla fotografia veicolate da un Festival-concorso.

Dunque la prima parte del progetto è orientata a beneficio di chi guarda e ascolta, come un’introduzione culturale dei temi in questione, mentre la seconda parte prevede l’intervento attivo di coloro che vorranno aderire al “Festival dei Linguaggi Poetici” come un Concorso che premia le migliori espressioni artistiche.

Le basi di entrambi i momenti le ritroviamo negli attuali interessi popolari che tendono a riscoprire i valori dell’arte nonché i suoi riferimenti filosofici e psicologici.

Un Concorso questo, rivolto soprattutto ai giovani, costretti a subire le trasformazioni di una società che va più veloce di ogni elaborazione e assimilazione delle esperienze e dei loro contenuti.

Attraverso incontri, dibattiti e manifestazioni culturali si vuole così contribuire a mantenere viva la fiamma dei movimenti artistico-culturali fondati sulla ricerca.

Per tentare questo innesto culturale ci si riferirà all’ultimo grande movimento storico che è quello giovanile iniziato alla fine degli anni Cinquanta, perché è soprattutto dei giovani che si vuole parlare in quanto “futuro”, in quanto generazione a cui ci si deve rivolgere per elaborare quei sentimenti che determinarono gli attuali gusti e costumi in contrapposizione alla cultura del pensiero unico e tutte quelle mostruosità che, per dirla con Fernanda Pivano, “gettano i più giovani in quell’incertezza esistenziale che annulla l’importanza della vita dell’individuo”.

Si sta dunque parlando soprattutto di cultura della pace.

STORIA DEL PROGETTO

Il Progetto nasce dai contenuti del libro di Raffaele Santilli “C’era una volta un Ribelle”, la linea guida del quale è tesa a comunicare, elaborandolo in forma compiuta e culturalmente intellegibile, l’intreccio delle tematiche e la grande varietà degli avvenimenti socio-culturali riguardanti la ricerca delle avanguardie artistiche soprattutto nel periodo storico che va dal dopoguerra agli anni Ottanta, specie negli Stati Uniti d’America, in Inghilterra e in Italia, ritenuti anni di grandi trasformazioni sociali, in quanto hanno determinato nuovi modelli di pensiero, di percezione della realtà e di sensibilità sociale che ancora continuano a influenzare le nuove generazioni.

TEMA DELL‘ARGOMENTO

Influenzati dalle ricerche di Freud e Jung, e dalla cerchia di quegli scrittori che avevano spostato la loro attenzione dalla società all’indagine sulla natura della coscienza, gli artisti del secondo dopoguerra americano ed europeo si resero conto ben presto che per affrontare le loro incertezze e frustrazioni, i loro riferimenti filosofici e artistici dovevano addensarsi su quegli stessi presupposti che più tardi li avrebbero introdotti alla conoscenza del pensiero orientale.

La consapevolezza di vivere in un mondo troppo difficile per loro trascinò questi ‘beat’ verso un’utopica ribellione che però aprì la strada a nuove possibilità, nuove idee, nuove forme di vita e nuovi modelli di pensiero, i valori dei quali si riscontrano nell’attuale pensiero diffuso.

A partire dagli anni Cinquanta tutte le forme d’arte divennero manifestazioni dell’indagine sulla natura umana attraverso forme espressive spontanee che andarono a sviluppare una nuova coscienza dando vita a una contro-cultura che a partire dalla California dei ’60 fiorì fino a determinare un’identità collettiva fondata sulle libertà.

Viene ricostruita così la sintesi di quella forma di ribellione pacifica pilotata dalla poetica di Ginsberg e Kerouac che, passando dal Jazz e dall’avanguardia artistica del Novecento fino a coinvolgere il movimento giovanile degli anni Sessanta e Settanta, il Rock nelle sue varie forme includendovi la ricerca spirituale che passò soprattutto per lo Zen, volle investigare e stimolare la coscienza, gettare uno sguardo in profondità e fare personalmente l’esperienza di come stiano realmente le cose per liberarsi dai vincoli del mondo conosciuto, dal dolore e dalla frustrazione.

Secondo Jung, questa pericolosa tendenza all’investigazione psicologica è un’audacia che non può non suscitare ammirazione e simpatia, perché non si tratta di un’eccentricità o di un capriccio, ma si tratta invece della più profonda delle necessità psicologiche, quella di trovare il significato della vita.

A partire dalla storia di un contesto artistico e culturale ormai di indiscussa importanza, viene ricostruita qui una struttura di contenuti che ne hanno edificato le fondamenta fino a collegarsi con lo spirito stesso della vita e dell’anima umana.

Il libro C’era una volta un Ribelle rivestirà così la funzione di contenitore culturale attraverso il quale apprendere ed elaborare quella cultura che ha immediatamente preceduto l’attuale società e ne ha determinato i valori, i costumi e i significati, promuovendo la riflessione e il confronto intorno alle radici storiche di avvenimenti che hanno determinato una creatività che non è scomparsa ma è, forse inconsapevolmente, ancora viva sotto molte forme.

Antichità, modernità e attualità si confrontano in un progetto in cui il fattore creativo rimane sempre quel veicolo di progresso che ci induce a riflettere su cosa sia stata e su cosa sia oggi la cultura e il benessere.

Il progetto “C’era una volta un ribelle” nasce e si sviluppa in forma didattico-pedagogica per promuovere le varie forme espressive come la musica, la poesia, la prosa, il teatro e le arti plastiche come canali fondamentali per la diffusione delle idee e della cultura.

L’aspetto pedagogico del progetto utilizza i contributi di varie fonti capaci di mettere insieme una rete di conoscenze che ha come caratteristica quella di indagare e accogliere i linguaggi poetici e la dimensione estetica come elementi rilevanti per l’apprendimento nonché lo sviluppo della creatività e dell’immaginazione.

NATURA DEL PROGETTO

Il progetto “C’era una volta un ribelle” promosso dall’Associazione CAMELOT vuole creare un contenitore culturale in grado di attivare una serie di energie capaci di promuovere e valorizzare il territorio su scala regionale e nazionale, recuperando la naturale vocazione culturale e artistica, facendo vivere in modo inedito gli spazi espositivi e rafforzando la cooperazione fra operatori culturali e artisti.

Il Progetto ha come caratteristica quella di accogliere i linguaggi poetici e la dimensione estetica come elementi rilevanti per l’apprendimento nella vita e nella nostra attuale forma di civiltà con rimandi al passato e includendo la domanda di cosa sia rimasto oggi di quel dato periodo; la gioventù di oggi conosce l’origine della sua presunta libertà e dei suoi gusti artistici e musicali? Si vuole così coniugare un periodo storico prolifico e fecondo con l’attualità, nel desiderio di renderci consapevoli dei valori artisti che di volta in volta dominano la scena culturale e scorgere eventuali figliolanze con quel periodo.

FINALITA’ DEL PROGETTO

-Presentare un prodotto che in luogo di trattare separatamente gli argomenti, possa connetterli e integrarli tra loro dandone una visione coerente e unitaria.

-Rendere più edotte e culturalmente più informate e preparate le nuove generazioni.

-Compiacere e dare soddisfazione a chi già conosce gli argomenti trattati o un singolo argomento allargando i propri orizzonti culturali

-Far recuperare a chi ignora l’argomento un nucleo storico articolato colmo di rimandi culturali che a loro insaputa ha determinato un’importante influenza sociale e personale.

CONTENUTI DEL PROGETTO

-Storia dello sviluppo dei costumi giovanili del dopoguerra americano/europeo.

-Storia della letteratura fondamentale che ha influenzato questo sviluppo.

-Storia della musica che ha influenzato e accompagnato questo sviluppo.

-Storia dell’arte che ha influenzato e accompagnato questo sviluppo.

-Storia dei movimenti psicologici e filosofici che hanno determinato e influenzato le forme essenziali di questo sviluppo e lo hanno analizzato.

-Storia dell’influenza orientale sull’arte, su i costumi, le abitudini, le attitudini, i comportamenti e la ricerca religiosa.

STRUTTURA DEL PROGETTO

Il Progetto prevede una presentazione didattico-multimediale del libro di Raffaele Santilli “C’era una volta un ribelle” come prima parte divulgativa del tema attraverso una struttura composta da voce narrante, voce recitante e voce fuori campo, foto di repertorio e d’epoca, musiche di sottofondo appropriate alle immagini, musiche di sottofondo appropriate alla narrazione, “spezzoni” di film esistenti ed eventuali “spezzoni” di filmati d’epoca.

Una seconda parte è affidata al Festival dei linguaggi Poetici (vedere allegato)

RISORSE DEL PROGETTO

Il Progetto è articolato in modo da penetrare una vasta gamma di argomenti (musica, poesia, letteratura, pittura ecc.) tra loro connessi che a loro volta danno luogo a nuove argomentazioni e forme divulgative allargando ogni argomento trattato approfondendolo o tornando indietro nel tempo fino alla loro origine.

I principali argomenti da condividere e sviluppare in separate sede riguardano:

-Lo sviluppo dell’arte moderna

-Lo sviluppo musica moderna

-Lo sviluppo dell’espressione poetica moderna

-Le origini, lo sviluppo e la pratica dello Zen

Inoltre sarà possibile selezionare delle pellicole cinematografiche (DVD) per una rassegna a tema destinata a una manifestazione sugli argomenti .


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