Periferia

Una sola corsia
che vorrebbe diventare due
per i deficienti con la mano
moscia de fora
che non si sono accorti che lì non è
tutto il mondo.
Una vetrina sulla via,
aveva detto
l’altro
più deficiente
e sempre più periferia
villaggio – tribù –
senza capo
né coda
sigilli tatuati e suw
bianco come
mancanza di colore e di fantasia
o tutti i colori insieme
a fare luce sulla schizofrenia urbana
di zoccole passive soddisfatte di curricula
vuoti
avanti e indietro
sulla via di periferia - circo shakespiriano
nel deserto di più lavoro meno pensieri
nel caldo soffocante della piana bangladeshiana
di periferia.
No grazie, basta così.

Le altre di “Crossroad Blues”

Agosto

Faccio acqua da tutte le parti,

mi esprimo così

mi prendo gioco di sé

perché mi sono rotto

la clessidra

nell’annullare ‘sto tempo

profano

di niente.

Sono troppo stupido e ottuso

per commuovermi, se mi vedete

piangere

non sono io,

Eppure il nulla stesso

non mi sconquaglia. Perché?

Le altre di “Crossroad Blues”

Giro del mondo

A Portofino mia madre

cerca un mezzo - ma Va piano mi dice,

l’auto è blu,

neri di Spagna, non tutti i quadri 

vengono

per nuocere. Cosa passa

nel toro moderno,

amore o morte?

I manichini sono masochisti, dice il

giornalista

E in India i masochisti sono manichini.

La malinconia è il raccolto al
 
rovescio.

Le altre di “Crossroad Blues”

Sera

Dolce la sera

nella maledetta morsa

del destino chilometrico

metafisica luce di destinazioni fatali

ora

nel momento infinito la verità

in memori raggi di luce e

inconsapevoli bagliori

gioca la sua partita

il matto

nella vuota dimora

soggiace

a prensili diatribe.


Le altre di “Crossroad Blues”

Frutti

Come l’Autunno l’amore

I suoi frutti – dolci-

mi era stato detto,

giusto

si manifesta tranquillo

lasciando che rida o che pianga

la sua tavolozza di colori.

Non trattenere il vento

Non fermare il tempo

Lasciati accarezzare

la libertà di – farti – amare.

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