Vino
Sfinito ho continuato quel lavoro al di sopra delle mie forze. Mi sono lasciato sfinire Ma poi ho trovato te, e mi sono lasciato andare, sfinire e piegare da te, bevuto, ora sì, sono in equilibrio.
Arte Pedagogia Zen Progressivo Ribelle
Sfinito ho continuato quel lavoro al di sopra delle mie forze. Mi sono lasciato sfinire Ma poi ho trovato te, e mi sono lasciato andare, sfinire e piegare da te, bevuto, ora sì, sono in equilibrio.
Sono sempre lo stesso giovane o vecchio non finirò queste pagine. Un drago coperto non inizia e non finisce.
Una sola corsia che vorrebbe diventare due per i deficienti con la mano moscia de fora che non si sono accorti che lì non è tutto il mondo. Una vetrina sulla via, aveva detto l’altro più deficiente e sempre più periferia villaggio – tribù – senza capo né coda sigilli tatuati e suw bianco come mancanza di colore e di fantasia o tutti i colori insieme a fare luce sulla schizofrenia urbana di zoccole passive soddisfatte di curricula vuoti avanti e indietro sulla via di periferia - circo shakespiriano nel deserto di più lavoro meno pensieri nel caldo soffocante della piana bangladeshiana di periferia. No grazie, basta così.
Faccio acqua da tutte le parti, mi esprimo così mi prendo gioco di sé perché mi sono rotto la clessidra nell’annullare ‘sto tempo profano di niente. Sono troppo stupido e ottuso per commuovermi, se mi vedete piangere non sono io, Eppure il nulla stesso non mi sconquaglia. Perché?
A Portofino mia madre cerca un mezzo - ma Va piano mi dice, l’auto è blu, neri di Spagna, non tutti i quadri vengono per nuocere. Cosa passa nel toro moderno, amore o morte? I manichini sono masochisti, dice il giornalista E in India i masochisti sono manichini. La malinconia è il raccolto al rovescio.
Dolce la sera nella maledetta morsa del destino chilometrico metafisica luce di destinazioni fatali ora nel momento infinito la verità in memori raggi di luce e inconsapevoli bagliori gioca la sua partita il matto nella vuota dimora soggiace a prensili diatribe.
Sotto l’angelo d’oro Lo sterminio e pazzi mattoni Uno su l’altro Puzzle immaginifico Allez klar Dopo il muro un buon gelato all’italiana E pizza americana.
Come l’Autunno l’amore I suoi frutti – dolci- mi era stato detto, giusto si manifesta tranquillo lasciando che rida o che pianga la sua tavolozza di colori. Non trattenere il vento Non fermare il tempo Lasciati accarezzare la libertà di – farti – amare.
Ho lasciato le mie unghie a Parma, i miei piedi 15 ore di caldo Ma fedeli ora – e - qui Il passato rotolante Mi ricade su. Basta Tornerò a raccogliere le unghie – ma via da qui, ed è già il passato.
Ben presto è solo con me che voglio restare e udire l’eco dei giochi giocati, scorgere l’ombra delle cose fatte udire il suono non ancora suonato.